Consumi e importazioni in Italia del pellet, andamento dei prezzi negli ultimi mesi e previsioni per la stagione termica 2017-2018, principali fattori che influenzano il mercato del pellet per il riscaldamento domestico: numeri e consigli per affrontare l’inverno nel modo migliore e risparmiando qualcosa.
Consumi e importazioni del Pellet
Partiamo con qualche informazione generale. L’Italia è il primo paese al mondo per consumo di pellet per il riscaldamento, con circa 3,3 milioni di tonnellate potenzialmente utilizzate nel 2017 secondo gli ultimi dati diffusi da AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali), di cui la maggior parte in ambito domestico, in aumento rispetto ai 3,1 milioni di tonnellate nel 2016
L’Italia, di conseguenza, è anche il mercato europeo di riferimento per la vendita di stufe e inserti a pellet, con oltre 2,4 milioni di apparecchi complessivamente installati.
La produzione nazionale di pellet, evidenziano le statistiche dell’associazione, è sempre ferma a circa 400.000 tonnellate/anno e non registra previsioni di crescita, ma è ipotizzabile un incremento dell’offerta di combustibile certificato ENplus, che nel 2017 dovrebbe superare 200.000 tonnellate.
Al nostro paese, quindi, spetta anche il ruolo di principale importatore europeo di pellet: circa 1,6 milioni di tonnellate nel 2016, sostanzialmente lo stesso livello dei dodici mesi precedenti ma con un calo del 18% rispetto a due anni prima.
A crollare sono state soprattutto le importazioni dall’ America settentrionale (-21% in confronto al 2014). Austria, Croazia e Germania, nell’ ordine, sono i principali fornitori per il mercato italiano.
Va ricordato, scorrendo le statistiche AIEL, che i consumi stagionali di pellet sono diminuiti negli ultimi inverni miti, determinando un aumento delle scorte di magazzino, che poi si sono esaurite grazie alle temperature più rigide di gennaio-febbraio 2017 e alla conseguente impennata della domanda. Questo potrebbe favorire un nuovo aumento delle importazioni nel corso dell’anno.
Prezzi e caratteristiche del pellet
Per quanto riguarda i prezzi, le rilevazioni AIEL riferite allo scorso aprile per i sacchi da 15 kg di prodotto certificato ENplus A1, davano una forchetta di 228-270 € per tonnellata, con una media pari a 247 €; si tratta di prezzi al dettaglio, Iva del 22% esclusa.
Leggermente più economico il pellet certificato A2, con una media di 230 €/tonnellata. Il prodotto sfuso distribuito in autobotte, invece, costava mediamente sui 220 €/tonnellata.
Poi molto dipenderà dalle condizioni ambientali dell’inverno 2017-2018. “Se le temperature saranno molto basse - aggiunge Paniz - e ci sarà un leggero aumento del costo del metano, la domanda di pellet potrebbe crescere con un conseguente aumento dei prezzi”.
Fino allo scorso inverno, ci conferma l’esperta dell’associazione, l’ampia disponibilità di pellet sul mercato ha fatto incrementare le scorte di magazzino; queste ultime si sono progressivamente esaurite dopo gennaio-febbraio di quest’anno, grazie all’abbassamento delle temperature e il conseguente “ritorno al pellet” per il riscaldamento residenziale.
Quando si sceglie il tipo di combustibile, infine, è sempre bene preferire quello certificato, senza lasciarsi tentare da offerte low cost di prodotti che potrebbero avere caratteristiche molto più scadenti e quindi compromettere la qualità della combustione.
In particolare, conviene sempre controllare bene il fondo del sacchetto, scartando le confezioni che presentano un elevato contenuto di polveri o bricchetti rovinati. Il contenuto in ceneri non dovrebbe mai superare l’1% del peso su sostanza secca, ma è bene scegliere un prodotto con una percentuale inferiore, intorno allo 0,7% al massimo.
Il pellet ENplus è certificato dal 1 agosto 2015 e fa riferimento alla norma ISO 17225-2:2014. Come leggere l'etichetta (vedi sotto e clicca su immagine per ingrandire) e assicurarsi che sia pellet ENplus.
Visto l'uso molto elevato di pellet gli usi impropri di questo marchio si stanno moltiplicando. AIEL spiega come riconoscere una frode e segnalarla.